Foresta di Jozani – Mezza Giornata
Questa escursione guidata alla foresta è un’interessante alternativa al mare. La foresta protetta di Jozani si estende su una superficie di 10 kmq tra la baia di Chwaka e la baia di Uzi su un letto di paleocorallo. Assieme alle distese di mangrovie verso Nord ed alle paludi salmastre verso Sud, costituisce un ricco insieme dei diversi habitat naturali dell’isola. Percorrendo i suoi sentieri si incontrano enormi esemplari di Mogano Rosso, la palma da Olio, il Pandano Rabaiense le cui sorprendenti radici aeree fungono da sostegno delle pesanti piante e forniscono ossigeno anche quando durante la Masika, la stagione dei Monsoni, la foresta si allaga popolandosi di tante piccole specie animali come il coleottero acquatico, libellule e Ditischi. Vi si trova la Palma Rafia (rafia farinifera), la cui fibra, ricavata dalle foglie, é utilizzata per una miriade di scopi, sia nel tessile che in altri settori. I Ficus Sicomoro si stagliano, altissimi, contro il cielo.
Anche qui le radici possenti hanno funzione di sostegno. Altri Ficus, detti strangolatori (ficus natalensis) s’intrecciano saldamente agli alberi della foresta: non si tratta di una collaborazione tra vegetali ma piuttosto di una lotta per la sopravvivenza. Qua e là, crescono ciuffi di cardamomo, menta ed altre profumatissime spezie selvatiche. Anche le Liane Todalia, piante tipiche dei paesi tropicali appartenenti alla stessa famiglia del Rattan asiatico, sfruttano gli alberi ad alto fusto per arrampicarsi verso la luce.
Soffermandosi, dal silenzio del bosco emergono i canti degli uccelli di Jozani: l’ Akelat (Erithacus Gunningi, un pettirosso della costa orientale) il babul verdastro di Zanzibar (Pycnototus virens Zanzibaricus) la Nettarina olivacea, il Bucero coronato (Tockus alboterminatus) ed i suoni ed i richiami degli animali di Jozani: i fischi acuti del Colubus Rosso di Zanzibar (precolubus kirkii) ed il richiamo penetrante del Cercopiteco; le zanne del Patacomero (lontano parente del Cinghiale) che il terreno per dissotterrare radici e tuberi, il rumore prodotto dalle rane nere pigmee saltellanti nelle pozze d’acqua. In tutto oltre 40 specie tra migratorie e stanziali.
La foresta si estende poi verso un ‘area di Casuarina equisetifolia: tutti gli esemplari sono stati piantati dall’uomo nel 1980 dopo che un incendio aveva distrutto parte della foresta. Tutti gli sforzi sono tesi a riportare le aree disastrate alle condizioni originarie, proteggendo e conservando contemporaneamente la naturalità residua della foresta.
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